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Passaggi di confine

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*

 

andare verso il centro

a mai varcarlo

qualcosa che resta aperto

che sposta da sé la fine

 

compiuta su ogni schermo

e forse non ha inizio

ma torna ad annunciarsi

 

a farsi cifrata scia

di polveri sul fiato

che sola ci appartiene

uno scorrere lento

e mai finire

 

*

 

e mai finire

per nuovi orditi e svolte

arrivando altrove da niente

contamina i passaggi

tenuti con il fiato

 

ricuce il passo alle figure

 

È qui il sale alle rotule

a declinare il giorno

l'intera carne

o la mimica sonora

di braci e strazi

da nutrire col contagocce

sottovoce

senza chiedersi quale

sarà il voltaggio

la stoccata cardiaca parallela

 

 

 

[ Poesie tratte da Passaggi di confine, Edizioni L’Arca Felice – con interventi visivi dell’Autrice ]


 Franca Alaimo - 07/06/2012 00:08:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Il testo presenta una eaffinata tessitura lessicale e una concettualità profonda con quella vaghezza concernente il soggetto cantato che la rende così enigmatica e ridondante di echi.
La conoscenza è come viaggiar per mare illudendosi di toccare l’orizzonte, il quale sempre più arretra, man mano che noi stessi avanziamo. Chi mai potrà dire di conoscere se stesso e quella cosa - come scrive il poeta Draghi - "spropositata e difficilmente raggiungibile in tutte le sue parti che è la vita?"-

 Narda Fattori - 04/06/2012 17:25:00 [ leggi altri commenti di Narda Fattori » ]

Scava in contenuti profondi e si pone domande alle quali risposte non saranno mai risolutive, ma la consapevolezza non manca, e la presa in carico di questa visione parziale del tutto:"a farsi cifrata scia
di polveri sul fiato/che sola ci appartiene/uno scorrere lento/e mai finire.
Qualcosa tuttavia resta, cifrata scia, non orma calzante ma un sospetto d’esistenza; con questi sospetti costruiamo la nostra dicibile e peritura, che ha abbagli e spiragli, minutaglie.
narda

 Loredana Savelli - 04/06/2012 15:31:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Molto belle, nel sottile intimo collegamento (e non solo attraverso l’incatenamento dell’ultimo verso col primo).
Non posso non pensare che i "passaggi di confine" siano i territori della poesia dove accade "la mimica sonora/di braci e strazi/da nutrire col contagocce/sottovoce".

Così l’ho letta, come il continuo "andare verso il centro" di se stessi e trovarlo più che mai luogo di scambio, aperto, confine (appunto) di differenti mondi, persone, tempi.

Mi ha colpito anche il ritmo netto e rapido.

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